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23 Marzo 2018 News

Per il 33,6% degli italiani la primavera è associata all’arrivo delle allergie e ai relativi fastidi. La bella stagione evoca sì buon umore, energia e positività, ma anche starnuti, prurito agli occhi, lacrimazione e naso chiuso. Che le allergie siano infatti un problema diffuso lo testimoniano i dati emersi da un’indagine di Assosalute su un campione di mille italiani: il 40% del campione dichiara di soffrire di una qualche forma allergica e, in particolare, la quota di allergici che soffrono inesorabilmente tutte le primavere, spesso o sempre, è pari al 19,5% del campione, percentuale in aumento rispetto a un’analoga rilevazione del 2014, quando era del 16,7%. “Il trend di crescita di ciò che gli italiani percepiscono non fa che confermare quello che già alcuni ricercatori avevano messo in evidenza anni fa: almeno un terzo di bambini e adolescenti ha una forma di allergia e le proiezioni a livello internazionale stimano che nel 2020 le allergie interesseranno la metà di questa popolazione”, commenta Giorgio Walter Canonica, Presidente SIAAC, Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica.

Le cause. Perché il numero degli allergici è in continuo aumento? Colpa del nostro stile di vita, dicono gli esperti. Le persone che ne soffrono hanno sicuramente una predisposizione genetica, ma poi è l’ambiente che scatena la reazione. “E’ lo scotto che dobbiamo pagare per aver introdotto norme e comportamenti che da una parte ci preservano da infezioni e malattie, ma dall’altra ci rendono più sensibili”, continua Canonica. È aumentato anche il tempo che si passa al chiuso, in ambienti poco areati, e questo aumenta la concentrazione di allergeni. “I bambini giocano molto poco all’aperto e quindi sono meno esposti alle sollecitazioni durante l’età dello sviluppo, e quindi sono più esposti allo sviluppo di allergie”, spiega ancora l’allergologo.

I sintomi. I fastidi più più fastidiosi delle allergie sono starnuti (per il 62,1% del campione), prurito agli occhi (57,5%), lacrimazione (47,7%) e naso chiuso (39,4%). Fastidi che rappresentano una limitazione agli impegni quotidiani: quasi il 45% degli intervistati ha dichiarato di non dormire bene la notte, il 32,5% di avere difficoltà a concentrarsi mentre, soprattutto i giovani, affermano di “sentirsi malati”. Per fortuna esistono delle buone regole di comportamento che riescono a limitare i sintomi: molto utili sono i bollettini dei pollini, che indicano le ore e i giorni in cui la presenza degli allergeni è maggiore, che andrebbero sempre consultati prima di programmare una gita o una passeggiata. Importante è anche lavarsi frequentemente per lavare via gli allergeni che si depositano su capelli, ciglia o palpebre.

I farmaci. Antistaminici e antiallergici, decongestionanti, vasocostrittori e corticosteroidi. Sono i farmaci senza obbligo di prescrizione a cui quasi la metà degli italiani fa ricorso per tenere a bada i sintomi dell’allergia. Una percentuale in aumento rispetto al 2014 (42,5%) e che sale al 56,1% tra coloro che dichiarano di soffrire di rinite allergica tutti gli anni. Una quota non minoritaria (18,6%) si affida a prodotti naturali mentre solo il 6,8% dichiara di aver ricorso al vaccino. E’ un dato di fatto che chi è allergico ha sicuramente imparato a gestire con soddisfazione i sintomi più comuni della rinite anche attraverso l’impiego di i farmaci da banco. È comunque molto importante ricordare ai pazienti di far ricorso al consiglio del farmacista o del medico per gestire al meglio la sintomatologia.


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14 Marzo 2018 Promozioni

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3 Marzo 2018 News

LO STRESS pesa anche sulla bilancia. Non soltanto ci rovina le giornate, fa male al cuore e naturalmente all’umore. Lo stress ci fa ingrassare e a dimostrarlo sono le ricerche scientifiche. Come mai? Quando siamo sotto pressione ne risente tutto l’equilibrio ormonale, il ritmo sonno-veglia e anche i livelli di zucchero nel sangue. Tutto ciò ci fa venire fame e voglia di consumare il cosiddetto ‘comfort food’.

• I LIVELLI DI ZUCCHERO NEL SANGUE  
I nostri livelli di zucchero nel sangue aumentano quando mangiamo ma in una persona sana tornano nella norma abbastanza rapidamente. Quando, però, siamo particolarmente stressati i nostri livelli di zucchero impiegano tre ore per tornare ai livelli normali, cioè un tempo circa sei volte maggiore rispetto a quello necessario in condizioni di tranquillità.

• IL CIRCOLO VIZIOSO DELL’INSULINA 
Ciò accade perché il nostro corpo pensa di essere sotto attacco e rilascia glucosio nel sangue per rifornire i muscoli di energia. Ma se non abbiamo bisogno di quell’energia per scappare da un pericolo reale, allora il pancreas secerne grandi quantità d’insulina che a sua volta causa un rapido utilizzo del glucosio da parte dei tessuti, così che dopo due tre ore dal pasto si determina un’ipoglicemia, con conseguente sensazione di fame e di un certo malessere. Se si ingeriscono altri carboidrati per fronteggiare la fame, si stimola una nuova secrezione di insulina e si entra in un circolo vizioso. “Lo stress fa ingrassare perché, man mano che sale la tensione, aumenta nel sangue l’insulina, l’ormone che favorisce il deposito di grasso. Inoltre, durante lo stato prolungato di stress, si ingrassa a causa della produzione dell’ormone neuropeptide Y che può indurre a mangiare di più”. Si è visto, infatti, che sotto stress con lo stesso numero di calorie si ingrassa fino a quattro volte di più.

· MENO SI DORME PIU’ SI INGRASSA 
Accade la stessa cosa quando dormiamo male la notte. Un recente studio condotto dai ricercatori del King’s College di Londra ha rilevato che chi dorme poco consuma in media 385 kcal al giorno, cioè l’equivalente delle calorie di un muffin. Accade anche ai bambini. In un altro studio recente, infatti, i ricercatori hanno preso un piccolo gruppo di bambini di tre e quattro anni e non solo li hanno privati del sonnellino pomeridiano, ma li hanno anche tenuti in piedi per circa due ore dopo il loro normale orario di nanna. Il giorno seguente, i bambini hanno mangiato il 20% in più di calorie rispetto al solito, in particolare più zucchero e carboidrati.

· IL RUOLO DEL CORTISOLO 
Un altro studio pubblicato su “Obesity” aveva dimostrato che i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, sono più alti nelle persone che hanno un girovita più largo e pesano di più. Lo studio ha analizzato ciocche di capelli di 2.500 uomini e donne sopra i 54 anni per capire i livelli di stress a lungo termine. Il livello del cortisolo di ogni soggetto è stato poi confrontato con le misure del girovita, con il peso e con l’indice di massa corporea. Dai risultati è emerso che più erano alti i valori dell’ormone dello stress, più era alta la probabilità che l’individuo fosse in sovrappeso e con un girovita superiore a 102 centimetri per i maschi e 88 centimetri per le femmine.

• LA SOLUZIONE? CINQUE PORZIONI DI CARBOIDRATI AL GIORNO
Ma visto che – chi più chi meno – siamo tutti stressati, come evitare di prendere chili? Non facendosi mancare mai proprio quegli alimenti che la maggior parte delle persone tende ad eliminare o quanto meno limitare per non ingrassare, cioè i carboidrati. Questi nutrienti non vanno mai eliminati perché servono ad aumentare la produzione endogena di serotonina, l’ormone della felicità. Perciò, la dieta antistress è quella che prevede cinque porzioni di carboidrati al giorno proprio come quelle raccomandate per frutta e verdura. Per evitare di ingrassare, bisogna scegliere bene: l’importante è privilegiare i cibi ricchi di fibre come i cereali integrali che limitano l’assorbimento di grassi e zuccheri. Inoltre, non bisogna farsi mancare i minerali: il ferro e il rame servono a dare energia e a rinforzare la formazione di globuli rossi, mentre lo zinco rende più efficienti le difese immunitarie. Si trovano in ostriche, frutti di mare, carne, latticini, uova e tutta la frutta secca.


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