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27 Agosto 2017 News

Le farmacie sono presidi culturali

Tra le più antiche la Zarri di Bologna con i primi «speziali» nel 1365

«Giuro al cospetto di Dio, e prometto al nostro Re Ferdinando I, di preparare con attenzione tutti i rimedi composti secondo il ricettario farmaceutico Napolitano» Iniziava così il giuramento per i farmacisti in epoca borbonica, anche se la figura del farmacista vanta ben più antiche origini già nella antica Grecia. Da sempre chi preparava medicamenti capaci di curare le malattie ha avuto un ruolo importante nella nostra società così come la Farmacia, presidio nelle città, ha sempre costituito una delle spine dorsali della nostra società urbanizzata tanto che, al museo della scienza e della tecnica di Milano, vi è riprodotta in scala reale una bellissima farmacia conventuale completamente in legno.

Le nostre città sono piene di farmacie ormai diventate luoghi architettonicamente bellissimi e antichissimi sposati in un unico abbraccio con il tessuto urbano antropizzato. Luoghi storici come la Farmacia Zarri di Bologna le cui prime notizie storiche di uno «speziale» risalgono al 1365 nei pressi del portico della Gabella. In occasione del rifacimento dell’intero isolato agli inizi dell’ottocento, la farmacia prese definitivamente sede e dal 1814 fu fondata con il nome «aristocratica Farmacia Zarri» Le farmacie come luoghi sempre più attuali ma dove la memoria e la tradizione si fondono con la contemporaneità per non abdicare mai a quella prima spinta progettuale di essere a servizio di chi, nella città, ha bisogno di essere curato.

 

Fonte: www.ilgiornale.it


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23 Agosto 2017 News

Il premio delle Nazioni, riconoscimento cinematografico consegnato nell’ambito delle “Rassegne Internazionali di Messina e Taormina”, è stato assegnato a MSD per il suo impegno nella lotta alle patologie ad alto impatto sociale, tra cui l’epatite C, attraverso la realizzazione di progetti educazionali, che utilizzano il linguaggio del cinema e delle arti come strumento di sensibilizzazione.

Durante la premiazione è stato presentato in anteprima per l’Italia il documentario “HEP C Free”, realizzato dalla regista premio Oscar Cynthia Wade con il supporto non condizionato di MSD. Attraverso le storie di quattro uomini le cui vite sono state segnate dall’epatite C, dalla co-infezione con HIV e dalla tossicodipendenza in un paese, gli Stati Uniti, in cui l’accesso alle cure sanitarie per le classi meno agiate è ancora un grosso problema, il documentario intende mostrare le difficoltà vissute da una delle categorie di pazienti più fragili ed emarginate. Grazie alle testimonianze il regista ha cercato di generare empatia nello spettatore, con l’obiettivo di creare consapevolezza riguardo alla condizione di questi malati.

«Da oltre 125 anni la nostra azienda è impegnata nella ricerca di soluzioni terapeutiche innovative, efficaci e sicure. Attraverso i nostri progetti educazionali, come quello in cui si inserisce il documentario “HEP C Free”, intendiamo inoltre offrire supporto alle iniziative per la promozione della prevenzione, oltre che ai pazienti stessi», ha dichiarato Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di MSD Italia, nel ritirare il premio delle Nazioni.

La serata di consegna del premio è coincisa inoltre con la Giornata Mondiale per la lotta all’epatite virale indetta dalla World Hepatitis Alliance: una giornata di eventi e dibattiti per ricordare a tutti il valore della partnership e la necessità di fare fronte comune nella lotta al virus.

Fonte: www.farmacianews.it


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23 Agosto 2017 News

La Fondazione Gimbe ha pubblicato sulla rivista Evidence la versione italiana delle linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE) per la valutazione e il trattamento di lombalgia e sciatalgia, due problematiche molto diffuse nella popolazione.

 

Il mal di schiena è la principale causa di disabilità a lungo termine nel mondo e i numeri parlano dell’11% degli uomini ed il 16% delle donne affetti da lombalgia cronica. Sono oltre 4,1 milioni le ore lavorative perse ogni anno, e il 7% delle visite dei medici di medicina generale sono riferite alla lombalgia. Secondo la Fondazione Gimbe, le due condizioni vengono ancora trattate con un’inappropriata prescrizione di farmaci analgesici e ricorrendo a molti test diagnostici, tra cui Tac e risonanze magnetiche, che allungano le liste d’attesa. Sarebbero invece sotto-utilizzati interventi quali la terapia manuale e la psicoterapia, oltre che il ricorso a un maggiore esercizio fisico.

Le raccomandazioni del NICE sono state sviluppate dal Guidelines Development Group (GDG) e includono i seguenti punti principali:

  • la diagnosi dovrebbe avvenire in relazione a sintomi e segni clinici, con il ricorso alle indagini di imaging solo in setting specialistici quando il loro risultato può influenzare il trattamento. In caso di modifica della sintomatologia andrebbero considerate anche diagnosi alternative. Utilizzare strumenti validati per la stratificazione del rischio.
  • Ai pazienti con prognosi favorevole può essere consigliato un supporto semplice e meno intensivo, come il consiglio di rimanere attivi e raccomandazioni per il self management. Trattamenti più intensivi potrebbero includere un approccio cognitivo-comportamentale, la terapia manuale, e componenti educazionali per integrare l’esercizio fisico. Gli esercizi di gruppo biomeccanici, aerobici, mente-corpo, o una loro combinazione possono essere considerati per i pazienti con specifico episodio o riacutizzazione di lombalgia e/o sciatalgia. La terapia manuale o la psicoterapia sono indicate in associazione agli esercizi. Le linee guida NICE sconsigliano invece il ricorso all’agopuntura.
  • Monitoraggio periodico dell’uso dei farmaci, volto a mantenere solo quelli efficaci e minimizzare gli effetti collaterali. Si può considerare il ricorso ai FANS per via orale, mentre gli oppiacei deboli (con o senza paracetamolo) sono indicati in caso di lombalgia acuta e solo se i FANS sono controindicati, non tollerati o sono risultati inefficaci. Le linee guida raccomandano di non prescrivere oppiacei per il trattamento della lombalgia cronica o paracetamolo in monoterapia.
  • Per la sciatalgia, si possono considerare anche infiltrazioni epidurali di anestetico locale e steroidi nei pazienti con sciatalgia acuta e severa. La decompressione spinale è indicata quando gli interventi conservativi non hanno migliorato il dolore o la funzione e i risultati dei test di imaging sono compatibili con i sintomi della sciatalgia.

Fonte: http://www.farmacianews.it


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5 Agosto 2017 News

Sono notevolmente aumentate in farmacia le vendite di integratori di sali minerali, di medicinali per disturbi gastroenterici e cresciute, almeno del 10%, le richieste di misurazione della pressione. Più frequente la richiesta di informazioni, soprattutto indicazioni pratiche per sopportare meglio le temperature elevate. “Una delle domande che mi sento fare più frequentemente nelle ultime settimane – spiega all’Adnkronos Salute Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma – è ‘come faccio a conservare i farmaci con questo caldo?’. E’ una curiosità giusta, perché i medicinali vanno conservati lontano da fonti di calore e al di sotto dei 25 gradi. Capita che in molte case si raggiungano temperature più alte, quindi l’ideale sarebbe mettere i prodotti in frigo“. “Le persone che si trovano in maggior difficoltà a causa dell’afa sanno che possono rivolgersi a noi non solo per quel che vendiamo, ma anche per ricevere consigli su cosa fare nella quotidianità per vivere meglio e in Salute. Rispetto ai mesi più freddi, posso dire di aver notato un grande incremento di persone che acquistano integratori a base di sali minerali, potassio e magnesio e complessi multivitaminici nel caso degli anziani“.


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5 Agosto 2017 News

Il paracetamolo, uno dei farmaci più utilizzati per trattare i dolori, anche nei bambini, non è così sicuro quanto si pensa. Ecco l’allarme lanciato dall’ente sanitario di vigilanza britannico “Healthcare watchdog” .

Chi soffre di artrite deve assolutamente evitare l’utilizzo di farmaci a base di paracetamolo (o acetaminofene; N-acetil-p-aminofenolo) pena, il rischio di andare incontro a insufficienza cardiaca e ictus. Queste le indicazioni suggerite dall’ healthcare watchdog.

Secondo l’ente sanitario di vigilanza britannico esistono diversi studi che rivelerebbero come l’utilizzo del paracetamolo sia pericoloso

Linee guida più ferre per l’utilizzo del paracetamolo

Una situazione allarmante, data soprattutto l’ampia diffusione della sostanza, per la quale anche il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha deciso di scendere in campo ed esaminare la questione. Sembra, infatti, che stia già lavorando per proporre nuove linee guida volte alla riduzione dell’uso di questo medicinale.

Si legge, infatti, nei quotidiani inglesi che: “L’osteoartrite è la forma più comune di artrite – che affligge più di 10 milioni di persone nel Regno Unito e provoca dolore paralizzante nelle articolazioni. I medici hanno utilizzato di routine il paracetamolo come un modo economico ed efficace per trattare la condizione”.

Gli studi condotti fino adesso metterebbero però in dubbio la sicurezza di questo farmaco, così come segnalato dall’Healtcare Watchdog. Tra le ultime ricerche volte in questa direzione, possiamo citare, ad esempio, una pubblicazione del 2010 da parte del New Zeland Ashsma and Allergy color Study Group nella quale “si sostiene che il paracetamolo è un potente farmaco ossidante e proprio per questo consuma le scorte del nostro più potente antiossidante che è il glutatione”.

I rischi per adulti e bambini

La mancanza o la carenza di glutatione determinerebbe non solo l’invecchiamento precoce, ma danni ben più gravi come l’insorgenza di malattie degenerative e il pericolo di diventare soggetti maggiormente a rischio di malattie pericolose come il cancro.

Ma non finisce qui, sulla stessa rivista, la Clinical & Experimental Allergy, è pubblicato un altro studio in cui si afferma come l’uso di paracetamolo nei bambini, o addirittura nell’ultima fase della gestazione, possa promuovere l’insorgere di allergie e asma.

E pensare che il paracetamolo è, in genere, considerato come uno dei farmaci più sicuri presenti in commercio. Le evidenze, però, suggeriscono invece che questo medicinale non sia così sicuro come sembri, fermo restando, comunque, che gli scienziati che hanno trattato questo argomento stiano ancora lavorando per accertare le evidenze derivanti dai loro studi.

Meglio affidarsi a rimedi naturali in sostituzione di farmaci comuni come la tachipirina? A voi l’ardua sentenza.


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5 Agosto 2017 News

Speranze di bloccare il cammino del morbo di Parkinson, grazie a un farmaco usato normalmente contro il diabete di tipo II. La buona notizia arriva da un piccolo studio, condotto su 62 pazienti e descritto su ‘Lancet’. Il trial mostra che il medicinale ha bloccato la progressione della malattia nei pazienti. Un risultato “eccitante”, per il team dell’University College di Londra che ha condotto la ricerca. Ma gli stessi ricercatori invitano alla cautela, dal momento che gli effetti positivi a lungo termine restano ancora incerti e il medicinale deve essere ulteriormente testato.
Non ci sono dubbi sul fatto che una delle necessità più importanti nel Parkinson sia un farmaco che rallenti la progressione della malattia“, spiega Tom Foltynie, uno dei ricercatori coinvolti nel lavoro, alla Bbc online. Nel Parkinson il cervello viene danneggiato progressivamente e le cellule che producono la dopamina vanno in fumo. Ciò causa tremore, difficoltà di movimento e anche problemi di memoria.
Nel trial a metà dei pazienti è stato somministrato exenatide (un farmaco per il diabete) e al resto un placebo. Tutti hanno continuato le normali terapie in corso. Ebbene, se i soggetti sotto placebo hanno mostrato un calo nel corso delle 48 settimane di studio, quelli in terapia sono rimasti stabili. E tre mesi dopo lo stop del trial il gruppo curato con l’exenatide era ancora in condizioni migliori.
Questo è il primo trial clinico in pazienti con il Parkinson in cui è stato registrato un effetto di queste dimensioni. Ci suggerisce che exenatide – dice Foltynie alla Bbc news – non sta solo mascherando i sintomi, ma sta facendo qualcosa alla malattia che li causa. Siamo eccitati e ottimisti, ma anche cauti, dal momento che occorre replicare questi risultati“.
Occorre infatti testare il farmaco su più persone e per periodi di tempo più lunghi. Il medicinale protagonista dello studio aiuta a controllare i livelli di zucchero nel diabete, agendo su un ormone sensore, il Glp-1. Questi sensori sono stati scoperti anche nelle cellule cerebrali e si pensa che il farmaco faccia funzionare meglio queste cellule, o le aiuti a sopravvivere. Sono necessari ancora ulteriori studi sul medicinale, che viene testato anche contro altre malattie neurodegenerative, incluso l’Alzheimer.
Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2017/08/parkinson-bloccato-un-anti-diabete-speranze-uno-studio-britannico/945073/#vW5l0hgbvbOrcXvK.99


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